Le richieste dal mondo del commercio. Il presidente Banchieri:
Una azienda su tre a Torino è impiegata nel commercio o nel turismo. «Non siamo un settore marginale» spiega il presidente di Confesercenti Torino e provincia, Giancarlo Banchieri, chiedendo maggiore attenzione per un comparto che, negli ultimi anni, ha dovuto fare i conti con la piaga delle serrande abbassate e l’avanzata dei colossi dell’e-commerce.
Banchieri perchè secondo lei oggi è importante fermarsi a conferire un riconoscimento ai commercianti?
«Il Premio Commercio vuole dare merito alle tante attività che danno continuità imprenditoriale e commerciale al tessuto economico torinese. Cerchiamo di premiare aziende di settori vari, per far capire che tutti - in qualche modo - ce la possono fare. Fondamentale è poi l’elemento dell’innovazione, a dimostrazione di come - anche il nostro - sia un settore in continua evoluzione. Fantasia, spirito di intraprendenza e la voglia di rischiare possono ancora essere superiori alle difficoltà a cui si va incontro».
Cosa dovrebbero fare le istituzioni per sostenere chi rischia e si butta in un’attività imprenditoriale?
«Ci sono tanti aspetti che riguardano le istituzioni locali, nazionali e il sistema bancario che potrebbero essere interessanti da analizzare. Si dovrebbe intervenire anche a livello europeo. Non è più il momento di provare a risolvere la crisi del commercio con un’unica soluzione. Non c’è una ricetta magica e non c’è nessuno che possa farlo su due piedi».
Quindi non c’è soluzione?
«No, tutt’altro. Credo che le istituzioni locali debbano fare in modo di snellire procedure burocratiche e tenere al minimo la tassazione locale che oggi - soprattutto con la Tari - è troppo alta. Penso in particolare alle attività di somministrazione».
Ha fatto cenno anche al sistema bancario...
«Oggettivamente è un sistema che tende a finanziare le imprese medio-grandi e ad aiutare di meno le micro e piccole imprese che invece sono il tessuto dell’offerta commerciale».
Il fenomeno delle serrande abbassate nell’ultimo decennio la preoccupa?
«Si tratta di una crisi strutturale del mondo del commercio. Non è un fenomeno passeggero e incide sicuramente sul fattore economico».
In che senso?
«Meno aziende rappresentano meno posti di lavoro, quindi meno tassazione locale e meno introiti anche per lo Stato a livello locale e nazionale. Poi c’è un tema di bellezza, vivibilità e credibilità delle città stesse. I centri abitati sono meno belli, meno sicuri e meno gradevoli senza le attività commerciali. Anche il valore delle case è più alto dove c’è uno strato commerciale adeguato, forte e ben ramificato.
È appena terminata la settimana delle Atp Finals di tennis. Come incidono i grandi eventi sul tessuto commerciale della città?
«Sicuramente hanno un’incidenza maggiore per alberghi, attività di somministrazione, taxi, guide turistiche, e tutta la filiera lunga del turismo. Anche il commercio, soprattutto nelle vie centrali, ne trae un benefizio. Sono ovviamente un sostenitore dei grandi eventi, però dico sempre che ci vorrebbero alcune azioni strutturali per rendere la città ancora più turistica».
Ad esempio?
«Mi riferisco, ad esempio, a un nuovo centro congressi e a maggiori collegamenti aeroportuali. Negli ultimi anni sono leggermente migliorati, ma sono ancora molto al di sotto delle potenzialità turistiche, economiche e abitative di una città come Torino e di una regione come Piemonte». a.p.
La premiazione Attività di famiglia, trasformazioni ed etica del lavoro nelle storie dei sei premiati I nostri “campioni del commercio” tra sogni, tradizioni e cambiamenti.
La cerimonia si è svolta ieri mattina presso il Comune di Torino. A consegnare le targhe il presidente Giancarlo Banchieri e l’assessore Paolo Chiavarino.
Coraggio, fantasia, esperienza e tanto cuore. I “campioni del commercio” - come ci permettiamo affettuosamente a definirli - non mollano mai e hanno tanta voglia di raccontarsi. Sono storie di famiglia, di trasformazione e di spirito sabaudo quelle descritte in occasione della cerimonia del Premio Commercio 2024, creato da Confesercenti e patrocinato dal Comune di Torino e dalla Fondazione Quarto Potere del nostro giornale.
Mentre ritirano la targa hanno gli occhi che luccicano della stessa passione Irma Peinetti e il marito Ferdinando Bellato, da oltre cinquant’anni insieme, tra agnolotti e plin, al Pastificio San Paolo. «Abbiamo avuto la grande fortuna di fare un lavoro che ci piaceva e di farlo insieme» spiega Irma. L’attività è nata nel 1972 in via Di Nanni e si è poi ampliata con un secondo punto vendita in corso Racconigi. «Torino è il regno dell’agnolotto» commenta Ferdinando, mentre figlia, genero e nipote applaudono dalla platea di Sala delle Colonne. «La nostra città sta subendo delle profonde trasformazioni. Oggi più che mai commercio e turismo sono le colonne portanti del tessuto urbano» commenta l’assessore comunale Paolo Chiavarino, prendendo parte alla premiazione. Non ha avuto paura di cambiare Raffaella Gino, proprietaria del negozio “Terra di Raffy” in via Servais. «Dopo 25 anni di lavoro in azienda ho scelto di cambiare vita e di iniziare a produrre saponi solidi artigianali» racconta. «Ho fatto della mia passione un lavoro e devo molto all’aiuto di Confesercenti che mi ha supportata durante il percorso di transizione». Ha alle spalle un percorso molto attivo all’interno dell’associazione anche l’ex presidente Giuseppe Bagnolesi, da oltre 30 anni gestore di stazioni di servizio autostradali. «Oggi porto avanti, insieme ai miei figli e nipoti, l’impianto all’altezza di Settimo Torinese» spiega. È una storia di famiglia anche quella di Walter e Maria Broglio. Il nonno Giuseppe aprì un’impresa di mobili nel 1924. Poi, nel ‘65, il figlio Domenico e la moglie Laura, abbanarono la parte di produzione e rilevarono il negozio. Nel 2006 fu la volta di Walter e Maria. «Le idee di svolta che hanno caratterizzato la nostra storia sono tutte legate alle donne delal famiglia» fa sapere Walter. «Ora abbiamo deciso di specializzarci nella vendita di materassi. Tutto ciò che è comodo, lo trovi da Broglio». Lavora fianco a fianco con la moglie anche Ciro Quaranta, della Por Tende Srl di corso Trieste a Moncalieri. «Se non fosse stato per lei, non avrei fatto quello che ho fatto» la dedica alla moglie ritirando il premio. Sempre insieme anche Angela Terzo e Paolo Longo del Nostradamus bar, tavola calda e pizzeria di via Cernaia. È loro il primo marocchino alla Nutella di Torino. Primato che rivendicano e che fa più dolce la loro storia.
Adele Palumbo